Page 57 - Vivere le città d'arte
P. 57
Al MIC è di scena
il poliedrico Galileo Chini
LE OPERE DELL’ARTISTA ESPOSTE NEL POLO CULTURALE DELLA CERAMICA PIÙ IMPORTANTE AL MONDO
La figura di Galileo Chini nel panorama dell’arte italiana tra il XIX e il XX è unica, come emerge nella mostra curata da Claudia Casali e Vale- rio Terraroli ospitata al MIC, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.
I circa 300 pezzi esposti, tra le ceramiche (diverse inedite) e i disegni prepa-
ratori, dallo scorso novembre fino al 14 maggio, documentano le varie fasi di atti- vità di uno dei maggiori protagonisti italiani dell’epoca Liberty.
Chini, che fu un artista poliedrico e versatile, ma soprattutto tra i pionieri del Liberty in Italia, fu un vero affinatore del gusto déco che si sviluppò dalla fine dell’800 agli inizi del 900: egli si dedicò con passione all’arte della ceramica con una produzione varia e personalissima, oltre che alla pittura e all’affresco.
Dipinse in particolare numerose nature morte, i paesaggi suggestivi della sua Versilia, e i ritratti e le caratteristiche ambientazioni vissute in prima persona a Bangkok, quando fu ospite del re del Siam per affrescare le residenze imperiali, dopo che nel 1909 ebbe terminato la decorazione della Sala della Cupola della Biennale di Venezia.
Tra i suoi interventi più celebri legati all’architettura si ricorda quello alle Terme Berzieri di Salsomaggiore del 1923, uno tra i più interessanti esempi di edifici eclettici déco e che proprio quest’anno celebra i 100 anni della sua nascita; qui Chini affrontò un lavoro di manifattura colossale che rese indispensabile l’am- pliamento dei forni, ma il risultato fu straordinario.
La decorazione di Chini ricopre quasi tutto l’edificio, con note di sobrietà per quanto riguarda gli ambienti destinati alle cure, che vennero rivestiti di piastrelle color avorio e listelli dorati, e con fastosa ricchezza negli ambienti mondani, come il bar, il salone centrale e lo scenografico salone dove si trova il suo maestoso affresco.
Galilelo Chini, oltre all’allestimento ceramico delle Terme di Castrocaro, si dedicò anche alle decorazioni dei locali riservati alle arti dell’Esposizione Torri- celliana di Faenza del 1908, da dove prese il via la fondazione del MIC, cui egli stesso donò un cospicuo numero di opere.
Galielo Chini prestò la sua arte anche al teatro, si rammenta al proposito le scenografie della prima Turandot eseguita nel 1926 dal maestro Arturo Toscanini.
La mostra proposta dal MIC non solo suggella il grande estro di Galileo Chini, ma ne racconta l’evoluzione e la produzione attraverso un ricco percorso ceramico composto da 5 sezioni e arricchito da approfondimenti scenografici che ricreano l’ambiente storico e culturale in cui egli operò.
EMILIA ROMAGNA
Il MIC, Museo Internazionale delle ceramiche in Faenza, è la più importante raccolta al mondo dedicata alla ceramica e costituisce un vero e proprio polo culturale del settore.
Oltre a un patrimonio consistente di più di 60mila opere che vanno dl 4000 a.C. ai giorni nostri, il MIC ospita un laboratorio di restauro, una biblioteca, diversi archivi fotografici e documentaristici, e un laboratorio didattico.
Dal 1938 organizza il Premio Faenza, un concorso a cadenza biennale dedicato alle espressioni d’arte contemporanee in ceramica, e coordina, sempre ogni due anni, Argillà Italia, la mostra mercato dell’artigianato artistico internazionale.
www.micfaenza.org
le città d'arte
57