Page 60 - Vivere le città d'arte
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EMILIA ROMAGNA
Palazzina Marfisa d’Este.
Palazzo dei Diamanti, che si trova al centro dell’Addizione Erculea, sull’importante incrocio chiamato Quadrivio degli Angeli, era la residenza di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I; la sua principale caratteristica sono le oltre 8000 bugne a forma di piramide o di diamante, in marmo bianco e rosa, che ricoprono le due facciate.
L’architetto Biagio Rossetti ne fece un capolavoro urbani- stico che oggi ospita al piano nobile la Pinacoteca Nazionale e uno Spazio Espositivo dove si tengono numerose mostre.
Palazzo Schifanoia nasce attorno al 1385-1391 come resi- denza ricreativa per schifar la noia, ovvero schivare la noia, poi venne ampliato per desiderio di Borso d’Este, che lo rese sontuoso, unico, simbolo straordinario dei fasti e della grandezza europea di Ferrara dell’epoca.
Dopo il terremoto del 2012 cui seguì un attento restauro architettonico, oggi il museo al suo interno offre un percorso immersivo ed emozionale indimenticabile, oltre alla possibilità di ammirare il celebre Salone dei Mesi, uno dei cicli di affreschi più importanti del XV secolo in Italia, realizzato da diversi pittori ferra- resi della scuola di Comsé Tura, tra cui Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti.
Nella zona medievale vi sono gioielli di arte religiosa come il Monastero di Sant’Antonio in Polesine, con i suoi affreschi di scuola giottesca, o la Chiesa di Santa Maria in Vado, meta di pelle-
grinaggio per il miracolo eucaristico del XII secolo.
Sorge invece nel complesso delle ex carceri di Via Pangi- pane, risalente al 1912 e dismesso nel 1922, il Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah, il MEIS, dove mostre perma- nenti e percorsi multimediali non solo portano alla scoperta della storia degli ebrei in Italia, ma consentono il recupero di un luogo di segregazione e di esclusione, proprio a breve distanza dell’area dell’ex ghetto di Ferrara.
A tavola e poi tutti in forma
Sulla tavola, a Ferrara, c’è ovviamente da sbizzar- rirsi, tra il saporito pane alla ferrarese IGP, ai cappellacci, ovvero i tortelli ripieni di zucca e parmigiano, al pastic- cio di maccheroni, composto da una crosta di pasta frolla con all’interno maccheroni conditi con ragù, besciamella, funghi, tartufo e noce moscata, e il golosissimo pampe- pato, un pan di spezie rivestito da una crosta di ciocco- lato fuso.
Per smaltire le abbuffate, niente di meglio di una corroborante passeggiata sulle mura cittadine, quasi 9 km ininterrotti da percorrere sul terrapieno, oppure una bella pedalata sulla ciclabile, che prevede un percorso attra- verso il parco urbano a nord della città.
Ferrara è la città delle biciclette per antonomasia!
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