Page 54 - Vivere le città d'arte
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le sue forme tardorinascimentali e i cosiddetti Voltoni del Grano, portici che ospitarono per tanti secoli il mercato del grano, e la Chiesa di San Pietro, sul lato occidentale della piazza, con la sua cupola affrescata da Giovanni Antonio Vezzani
Piazza Duomo, raggiungibile a piedi percorrendo Via Cavour, una delle vie dello shopping più frequentate e salotto indiscusso della città. Le massime espressioni artistico-religiose sorgono proprio in questa piazza, che conserva ancora il sapore del passato e il silenzio ovattato dato dagli edifici che la chiudono in un abbrac- cio senza tempo. Il Duomo di Parma è tra gli edifici romanico-pa- dani più rappresentativi del periodo, venne consacrato nel 1106 e il Correggio ne dipinse la Cupola, oggi uno dei capolavori dell’arte italiana del 500, tra il 1525 e il 1530. Il Duomo è famoso anche per i bassorilievi di Benedetto Antelami, in particolare per la Depo- sizione della Croce, databile al 1178, conservato nel transetto destro della cattedrale, e unico sopravvissuto di diversi pannelli di un pontile, e per la sua stupefacente cripta, un vero e proprio giar- dino di pietra con il soffitto coperto da vorticelle a crociera su due filari di colonne, che rimanda all’immagine del Getsemani, giardino in cui Gesù si ritirava a pregare. Nella cripta riposa il corpo di San Bernardo degli Uberti, vescovo di Parma dal 1106 al 1133, patrono della Diocesi. Gioiello dalla forma ottagonale in marmo rosa di Verona è il Battistero, adiacente il Duomo, progettato da Bene- detto Antelami e costruito tra il 1196 e il 1216. Lungo il suo basa- mento si snoda lo Zooforo, una serie di 75 formelle con soggetti raffiguranti mostri infernali e marini, centauri, sirene, liocorni, basi- lischi, grifoni, cani, uccelli, cavalli e figure umane. All’interno del Battistero, oltre ai 16 nicchioni lungo il perimetro che accolgono importanti cicli affrescati votivi realizzati nel XIX-XV secolo da maestranze emiliane, campeggia al centro la grande vasca ottago- nale in pietra sopraelevata su un doppio gradino che ne segue la forma; qui avveniva il battesimo per immersione, ma osservando la nicchia di sud-ovest, si può notare un secondo fonte battesi- male dove dal XIV secolo si effettuavano battesimi a infusione. Alzando lo sguardo si incontrano inizialmente, nella prima galle- ria del lato est, i 12 mesi e 2 stagioni attribuiti al cantiere antela- mico del Battistero, e, verso il cielo, la sorprendente cupola affre- scata nel terzo decennio del XIII secolo da maestranze padane. Rimanendo nella suggestiva Piazza Duomo, dando le spalle alla cattedrale, si può ammirare l’imponente Palazzo Vescovile, sede del Vescovo di Parma e della curia diocesana, sorto tra il 1045 e il 1055 per iniziativa del vescovo filo imperiale Cadalo e successiva- mente completato dal vescovo Bernardo II alla fine del XII secolo.
Infine spostiamoci in Piazzale della Pace, dove sorge il Complesso Monumentale della Pilotta, antico palazzo di servi- zio della famiglia dei Farnese, signori di Parma, e che ospita al suo interno il Museo Archeologico, la bellissima biblioteca Palatina,
la Galleria Nazionale e quel capolavoro straordinario del Teatro Farnese. La Pilotta è un complesso monumentale unico al mondo, costituito da più corpi di fabbrica eretti in tempi diversi da nume- rosi architetti. In origine era stato concepito come contenitore dei servizi della corte dei Farnese e come collegamento del sistema delle residenze ducali, poi si è ampliato nel corso dei secoli fino ad assumere le imponenti dimensioni attuali. Il nome Pilotta deriva dal gioco nobiliare della pelota che si praticava nei suoi cortili. Al primo piano del Palazzo, un monumentale portone in legno dipinto, sormontato da una corona ducale, ci separa dal Teatro Farnese, ricordo della fastosa vita di corte dei Duchi, quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944 e ricostruito in epoca moderna. Del suo glorioso passato si ricorda, tra i tanti eventi, lo spetta- colo allegorico mitologico dal titolo Mercurio e Marte, con testo di Claudio Achillini e musiche di Claudio Monteverdi, culminante in una scenografica naumachia, per la quale fu necessario allagare la platea con una enorme quantità di acqua, pompata grazie a una serie di serbatoi installati sotto al palcoscenico. Nel 1965 Teatro Farnese, dopo numerosi interventi di restauro, è tornato a essere parte integrante del patrimonio culturale della città, nonché spazio di musica, arte e, senza dubbio alcuno, stupore
Dietro a Piazza Duomo trova spazio un’altra deliziosa piaz- zetta dove si staglia l’Abbazia di San Giovanni Evangelista, insieme al suo convento e alla storica farmacia (Antica Spezie- ria); all’interno della chiesa si possono ammirare un ciclo di affre- schi del Correggio e del Parmigianino, decorazioni di Michelan- gelo Anselmi e i finti cassettoni tra le arcate di Francesco Maria Rondani.
Tornando da Via Garibaldi verso Via Mazzini, con alle spalle la Pilotta, si incontra il celebre Teatro Regio, inaugurato nel 1829 con un’opera di Vincenzo Bellini, diventato in breve tempo il tempio del bel canto ma anche una piazza particolarmente ardua per compositori, tenori e soprano, che qui si immolavano al giudizio severissimo dei loggionisti.
Tra i vari dettagli straordinari del Teatro Regio, ricordiamo la camera acustica decorata, uno degli esempi più antichi e meglio conservati di camera acustica, dipinta a tempera da Carmignani e composta da pannelli di canapa di forme e dimensioni diverse.
Tra gli appuntamenti più attesi ogni anno a Teatro Regio, c’è il Festival Verdi, l’importante rassegna di opere del grande Maestro Giuseppe Verdi, riproposte con regia e interpreti di fama interna- zionale.
Proseguendo con alle spalle il teatro Regio, ci si imbatte subito dopo nell’imponente basilica rinascimentale di Santa Maria della Steccata, nell’omonima piazza, un santuario mariano realiz- zato tra il 1521 e il 1539; il suo nome deriva dal fatto che venne
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