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ABRUZZO
CASTELLI, il borgo di ceramica ai piedi del Gran Sasso
Esiste un piccolo borgo di origine medievale, costruito su uno sperone a picco tra dirupi, boschi e torrenti, e ai piedi del Monte Camicia nel Parco Nazionale del Gran Sasso, e
dei Monti della Laga, che pare uscito dalle favole: siamo a Castelli, famoso in tutto il mondo per la sua tradizionale produzione di ceramiche, e per i suoi suggestivi affacci.
Entrato a far parte del club dei Borghi più belli d’Italia, Castelli, uno dei paesi più antichi dell’Appennino teramano, ha il sapore tipico dei paesini di montagna e il fascino ineguagliabile dato dalla sua strategica collocazione e dalla sua particolare strut- tura urbana: le abitazioni del borgo sono sostenute da imponenti arcate in pietra e tutto il paese è percorso da stradine e viuzze che portano a tesori che ne testimoniano il suo passato.
Tra questi ultimi ci piace segnalarvi
la Chiesa di San Giovanni Battista, di fronte a Piazza Marconi, con il suo portale rinascimentale e una pala d’altare in ceramica del 1647 realizzata da Federico Grue
Chiesa di San Rocco, affacciata sulla stessa piazza e custode di splendidi affreschi risalenti al 400, attribuiti ad Andrea Delitio
Chiesa di San Donato, con il suo magnifico soffitto con mattoni maiolicati e dipinti tra il 1615 e il 1627 secondo lo stile dell’epoca, considerato unico in tutta Italia. Carlo Levi nel 1963 lo definì la cappella Sistina della maiolica.
Chiamato anche il borgo di ceramica per la sua tradizio- nale attività legata alla lavorazione di questo pregiato materiale, Castelli vanta di numerosi laboratori e botteghe di produzione che meritano di essere visitati, oltre all’interessante Museo della Ceramica, situato nell’antico convento francescano dell’ordine
dei minori osservanti, al cui interno sono conservati oggetti della scuola delle famiglie Grue, Gentile e Cappelletti.
Perché la ceramica?
La nascita della ceramica a Castelli si deve principalmente alle caratteristiche naturali del territorio, ricco di cave di argilla, boschi di faggio, corsi d’acqua e giacimenti di silice, oltre che all’in- traprendenza dei Monaci Benedettini, che a partire dal XV secolo (ma c’è chi assicura molto prima) iniziarono a produrre oggetti e suppellettili in ceramica.
Dalla seconda metà del 1500 l’arte della ceramica è diven- tata così l’unica vera economica di Castelli, tanto che ancora oggi, come testimoniano le numerose botteghe presenti, è fonte di impiego della maggior parte della popolazione.
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