Page 93 - Vivere le città d'arte
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Negli anni 60 anche il prêt-à-porter trova il suo spazio, creando un dialogo irresistibile con i movimenti giovanili dell’epoca, grazie ai colori sgargianti, le libertà nelle linee, gli accessori vistosi, le minigonne, i pantaloni a zampa e un sentimento di identità profondo che andava oltre l’im- magine.
Seguirono poi gli anni 70, con la nascita della moda unisex, l’introduzione di tessuti nuovi, come l’elasticizzato, e i maxi dress per le rockstar; negli anni 80 arrivano gli stili audaci, che esal- tano l’apparenza e la forma fisica. Questi sono gli anni dei collant colorati, dei pantaloni di pelle, dei jeans stracciati, delle provocazioni, dell’esuberanza irresistibile di una giovane Madonna e dei body colorati abbinati agli scaldamuscoli di Jane Fonda.
E dopo aver scardinato ogni regola, negli anni 90 in Italia la moda è contaminazione, è stile casual, ma anche linee chic e sensuali, con uno sguardo al minimalismo: sbocciano le top model e le sfilate diventano uno spettacolo mozzafiato.
Con gli anni 2000 arriva invece l’ecologia e l’etica, il rispetto dell’ambiente si estende al mondo glamour, il Made in Italy ormai detta legge e influenza il gusto dell’intero pianeta attra- verso i suoi stilisti e le loro collezioni, è sinonimo di qualità e di stile, di innovazione e tradizione.
A contribuire a creare un colosso economico come la Moda sono stati indubbiamente anche i produttori e le aziende tessili, capaci di seguire un mondo in costante evoluzione e trasformazione, anticipando i tempi con il pronto moda e le produzioni su larga scala: nel 2015 in Italia c’erano 2600 imprese tessili, oltre 14mila addetti al settore, per un volume d’affari di oltre 3 miliardi, con quota export pari al 30% del fatturato annuo.
Stando ai dati di novembre 2022, il giro d’affari è salito a 86,7 miliardi, il 15,6% concen- trato a Milano, per 13,5 miliardi di euro l’anno; tutto il comparto, nonostante il periodo di forte stress post pandemia e legato all’aumento esponenziale dei costi energetici, sta performando in maniera eccellente anche sul piano export.
Quanto a Bista, definito dalla stampa il Cristoforo Colombo che ha scoperto l’America per i sarti italiani, ancora oggi viene ricordato per il ruolo determinante nella diffusione del Made in Italy nel mondo, di propulsore di leve che rappresentano il comparto manifatturiero nazionale attuale, e infine per il ruolo di ispiratore di intere generazioni di stilisti.
Per i 70 anni del quel primo fashion show, Firenze ha ricordato Giovanni Battista Giorgini con una conferenza internazionale.
MODA MADE IN ITALY
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